Nuova Riveduta:

Marco 14:32

Agonia di Gesù nel giardino del Getsemani
=(Mt 26:36-46; Lu 22:40-46)
Poi giunsero in un podere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui finché io abbia pregato».

C.E.I.:

Marco 14:32

Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego».

Nuova Diodati:

Marco 14:32

Gesù nel Getsemani
Poi essi arrivarono ad un luogo chiamato Getsemani; ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui, finché io abbia pregato».

Riveduta 2020:

Marco 14:32

Gesù nel giardino del Getsemani
(Matteo 26:36-46; Luca 22:39-46; Giovanni 18:1)
Poi si recarono in un podere detto Getsemani ed egli disse ai suoi discepoli: “Sedete qui finché io abbia pregato”.

La Parola è Vita:

Marco 14:32

Erano giunti intanto ad un orto di ulivi, chiamato l'Orto di Getsemani. Gesù ordinò ai suoi discepoli: «Sedete qui, mentre vado a pregare».

La Parola è Vita
Copyright © 1981, 1994 di Biblica, Inc.®
Usato con permesso. Tutti i diritti riservati in tutto il mondo.

Riveduta:

Marco 14:32

Gesù nel Getsemani
(Matteo 26:36-46 e parall.)
Poi vennero in un podere detto Getsemani; ed egli disse ai suoi discepoli: Sedete qui finché io abbia pregato.

Ricciotti:

Marco 14:32

L'agonia nel Getsemani
Arrivati a un podere, detto Getsemani, Gesù disse a' suoi discepoli: «Sedete qui finchè io abbia pregato».

Tintori:

Marco 14:32

Al Getsemani
Poi vennero in un podere detto Getsemani; e disse ai suoi discepoli: Fermatevi qui finché sto a pregare.

Martini:

Marco 14:32

E arrivarono in un luogo chiamato Getsemani ed egli disse a' suoi discepoli: Fermatevi qui, sintantoché io faccia orazione.

Diodati:

Marco 14:32

POI vennero in un luogo detto Ghetsemane; ed egli disse a' suoi discepoli: Sedete qui, finchè io abbia orato.

Commentario abbreviato:

Marco 14:32

Versetti 32-42

Le sofferenze di Cristo iniziarono con le più dure di tutte, quelle della sua anima. Cominciò ad essere dolorosamente stupito; parole non usate in San Matteo, ma molto piene di significato. I terrori di Dio si schierarono contro di lui ed egli si permise di contemplarli. Mai un dolore fu simile al suo in quel momento. Ora è stato fatto maledizione per noi; le maledizioni della legge sono state poste su di lui come nostra garanzia. Ora assaporava la morte, in tutta la sua amarezza. Questa era la paura di cui parla l'apostolo, la paura naturale del dolore e della morte, di fronte alla quale la natura umana si spaventa. Possiamo mai avere pensieri favorevoli, o anche solo lievi, nei confronti del peccato, quando vediamo le dolorose sofferenze che il peccato, pur essendo a lui imputato, ha portato al Signore Gesù? Potrà forse essere leggero per le nostre anime ciò che fu così pesante per le sue? Cristo ha agonizzato per i nostri peccati e noi non dovremo mai agonizzare per essi? Come dovremmo guardare a Colui che abbiamo trafitto, e piangere! Dobbiamo essere estremamente addolorati per il peccato, perché Lui lo è stato, e non dobbiamo mai deriderlo. Cristo, come uomo, ha supplicato che, se fosse possibile, le sue sofferenze passassero da lui. Come Mediatore, si sottomise alla volontà di Dio, dicendo: "Tuttavia, non quello che voglio io, ma quello che vuoi tu; lo accetto". Vedete come la debolezza peccaminosa dei discepoli di Cristo ritorna e li sovrasta. Che pesanti ingombri sono questi nostri corpi per le nostre anime! Ma quando vediamo i problemi alla porta, dobbiamo prepararci ad affrontarli. Ahimè, anche i credenti spesso guardano alle sofferenze del Redentore in modo sonnolento e, invece di essere pronti a morire con Cristo, non sono nemmeno disposti a vegliare con lui un'ora.

Riferimenti incrociati:

Marco 14:32

Mat 26:36-46; Lu 22:39; Giov 18:1-11
Mar 14:36,39; Sal 18:5,6; 22:1,2; 88:1-3; 109:4

Dimensione testo:


Visualizzare un brano della Bibbia

Aiuto Aiuto per visualizzare la Bibbia

Ricercare nella Bibbia

Aiuto Aiuto per ricercare la Bibbia

Ricerca avanzata